Biodiversità naturale e delle colture agroalimentari. Recupero delle identità e processi di sviluppo locale

Comune di Gerace (RC)

Descrizione:

Il fabbisogno da soddisfare riguarda, dunque, la volontà di recupero di colture agroalimentari della tradizione locale, ormai dimenticate, ma che possono rappresentare oltre che un emblema dell’identità dei luoghi, un elemento determinate per la tutela dell’ambiente e della salute delle persone, ed inoltre un tassello importante per la crescita culturale, sociale ed economica dell’area.

L’oggetto riguarda il patrimonio delle colture agroalimentari del territorio, che con la loro varietà rappresentavano e rappresentano un valore elevato di biodiversità, ma che sta rapidamente avviandosi all’estinzione. Si ritiene che sia importante poter recuperare la conoscenza sui frutti antichi e sulle coltivazioni del passato, tipiche del territorio, che stanno scomparendo, da cui possano scaturire idee innovative per il loro recupero e per la valorizzazione in chiave di sviluppo locale e turismo sostenibile. Il germoplasma di tale territorio è ovviamente molto ricco ed eterogeneo e spazia dall’ulivo, la Geracese appunto, ad un complesso di varietà di meli, peri, susini e poi tante viti da indagare e valorizzare, tra cui il Greco Bianco di Gerace, da poco salvato dall’estinzione, ma che basa la sua sopravvivenza solo su quaranta viti, custodite amorosamente a Ferruzzano.

La perdita di biodiversità aumenta la vulnerabilità del territorio ai disastri naturali, diminuisce il livello della salute all’interno della comunità, contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali. La produttività di un qualsiasi ecosistema, sia esso un suolo per la coltivazione agricola o un’area naturalistica, al contrario, è rafforzata dalla biodiversità. Che, inoltre, esprime le bellezze delle civiltà locali e ne incrementa l’attrattiva rispetto all’esterno. Le ricadute positive vanno nella direzione della valorizzazione delle identità locali e nel sostegno a politiche di sviluppo delle comunità, dando impulso a forme di turismo sostenibile.

La biodiversità è il respiro del mondo. La biodiversità colturale, agricola non è solo una esigenza naturalistica, ma è la chiave per recuperare l’equilibrio del pianeta, dell’uomo, delle comunità sociali. È la sostanza che ha dentro di se gli anticorpi alla vulnerabilità dell’ambiente e soprattutto degli individui. Tema drammaticamente attuale in questo momento storico. Il contrasto alla biodiversità, che per esempio porta a far scomparire centinaia di specie vegetali a favore di una soltanto, è una questione finanziaria: rimane ciò che può con maggiore facilità essere tramutato in danaro. Le amministrazioni locali della Locride si rendono conto che il territorio era particolarmente ricco di biodiversità e molto ancora potrebbe essere riscoperto. Recuperare e valorizzare la biodiversità significa intraprendere una strada sostenibile che possa migliorare le condizioni ambientali, ridare colore e fiducia alle comunità locali, produrre benessere economico, sull’esempio che alcune aree del mondo danno, in chiave turistica o produttiva (agroalimentare ed enogastronomica).
Ecco perché ricercare soluzioni innovative. Perché significa anche e soprattutto poter dotarsi di strumenti in grado di attivare risorse economiche, attirare persone, produrre lavoro. Innovazioni tecnologiche che sostengano i processi della ricerca (verso l’Enciclopedia della biodiversità agroalimentare…), la ripresa di alcune produzioni “in chiave moderna”, la trasformazione, l’impulso di un turismo finalizzato. Innovazioni di modello, dai campi di salvataggio, veri e propri avamposti per un nuovo disegno del futuro, ai musei della terra. Innovazioni sociali, per coniugare la diversità vegetale e animale a quella dell’uomo, con il fine di diventare un esempio da conoscere nel mondo e imitare.

L’iniziativa dovrebbe avviare un percorso che conduca alla creazione di un modello per il recupero delle conoscenze, non solo teorico, ma anche capace di mettere in atto prodotti e infrastrutture perché la biodiversità ritorni reale ed elemento di vera ricchezza di un territorio.