CALABRIAMENTE
ARCI Calabria (Comitato regionale) (CZ)
Descrizione:
In Calabria il Terzo settore ha svolto in questi anni un ruolo fondamentale, tentando, non senza fatica, di realizzare un sistema di welfare che sia centrale per lo sviluppo di un’economia sociale e solidale per la comunità. Benché la situazione calabrese sia oggettivamente più difficile di altre, ci sono delle organizzazioni del terzo settore che lavorano intensamente e proficuamente sul lato sociale o anche rispetto a vere e proprie emergenze sociali, con esperienze anche di avanguardia (come la gestione dei beni confiscati) che potrebbero competere tranquillamente con altre realtà organizzative nel resto d’Italia.
Nella nostra regione le istituzioni no profit sono 8.593 di queste l’87,4 per cento sono associazioni, il 7,3 cooperative sociali, l’1,2 sono fondazioni. Il rapporto di incidenza sulla popolazione indica che ci sono 43,6 enti per 10 mila abitanti, 55,4 è il rapporto italiano, con punte che superano i 100 nel Nord Italia.
L’approvazione dei decreti attuativi della L. 106/2016, in particolare del “Codice del Terzo Settore”, porterà un cambiamento radicale nel modo di operare, negli obblighi e negli adempimenti degli enti di terzo settore.
Dovranno, pertanto, essere accompagnati i processi di trasformazione statutaria e ordinativa delle APS in quanto riconducibili alla categoria più ampia di Enti di Terzo Settore (ETS), che proprio in questo provvedimento vedono riconoscersi status e nuovi obblighi.
L’implementazione di un sistema normativo, legislativo e fiscale di tale portata introdurrà, all’interno di un sistema pressoché immutato negli ultimi 30 anni, una forte necessità di rivedere interamente il quadro entro cui questi enti operano, dopo essere stati oggetto negli scorsi anni di una spinta propulsiva a cui si è accompagnata un altrettanto prioritaria richiesta di strumenti e di ridefinizione delle pratiche operative.
La stessa Conferenza Regionale del Terzo Settore e l’Assessorato alle Politiche Sociali hanno riconosciuto come prioritario il mantenimento di un servizio a sostegno del mondo delle APS sia in un’ottica di consulenza “in itinere” sia nella sua funzione di prima consulenza per lo “startup” di nuove realtà.
Se a ciò si aggiunge che molte delle nuove associazioni costituite negli ultimi anni non fanno riferimento ad alcuna organizzazione storica a carattere nazionale e perciò strutturata, si capisce quale possa essere il livello di disorientamento a cui questi organismi, composti da dirigenti volontari, dovranno far fronte. Conciliare le richieste sempre più pressanti, ma necessarie, provenienti dal legislatore, dalle istituzioni e dagli enti di riferimento con le modalità e le dinamiche dell’agire volontario e partecipativo diventa un obiettivo imprescindibile per non soffocarne lo sviluppo. Un sistema così complesso, se non orientato e monitorato, rischia di inibire proprio la crescita di quelle competenze relazionali che ne definiscono il valore originario e originale a scapito di competenze tecniche o gestionali caratteristiche dei sistemi professionali o imprenditoriali.
Da queste premesse nasce spontaneo soddisfare il fabbisogno di attuazione a livello regionale della complessa trasformazione del terzo settore, con il supporto di istituti di ricerca e imprese tecnologiche regionali e non, attraverso la prototipazione di nuove soluzioni innovative nel campo dell’Information e della Communications Technology (ICT) in relazione all’impatto che le profonde trasformazioni normative produrranno su questi soggetti.
La capacità di mettersi al centro di un complesso sistema di relazioni economiche, politiche e culturali, strutturandosi in modo da accogliere e favorire questo continuo scambio di relazioni con il territorio, da cui fare scaturire iniziative virtuose nel campo della sharing e green economy e delle imprese sociali, della ricerca scientifica e della cultura, dell’ambiente e dell’innovazione tecnologica ha candidato ARCI quale portavoce di tale fabbisogno a nome di tutto il mondo del terzo settore.
Il rapporto tra processi di riqualificazione sociale sostenibile, sperimentazione di modelli di “social e green economy” e sviluppi di azioni di Ricerca e Sviluppo nelle realtà urbane costituiscono la vera sfida di innovazione per l’attuazione delle Strategie europee sullo sviluppo sostenibile, inclusivo e intelligente delle città calabresi.
In tale ambito particolare rilievo assume il fabbisogno di innovazione con azioni di “Ricerca e Sviluppo” connesse alla soluzione dei problemi dell’innovazione tecnologica nel terzo settore, dell’utilizzo delle ICT e dell’introduzione di processi innovativi di “smart e social city” nei programmi di sviluppo del contesto regionale.
ARCI ha già definito e pianificato una serie di interventi nel campo delle ICT e dell’innovazione tecnologica nell’ambito sociale, attraverso la previsione di un intervento strategico connesso alla digitalizzazione e conservazione digitale dei processi amministrativi e dei procedimenti riguardanti il mondo del terzo settore.
Ma il tema dell’innovazione tecnologica e delle ICT è da tempo al centro dell’attenzione dell’Amministrazione Regionale, che ha già realizzato importanti processi di informatizzazione e digitalizzazione dei servizi amministrativi e del rapporto con gli utenti, e forte è la presenza di esperienze di “start-up” innovative e di “spin-off” accademici e scientifici (connessi alla presenza dell’Università e degli istituti di ricerca operanti sul territorio) che stanno sviluppando importanti iniziative di prototipizzazione di soluzioni tecnologiche nel campo delle ICT.
Grazie all’apporto del complesso delle iniziative già attivate, o in corso di attivazione, e della presenza ormai consolidata di un’area di innovazione tecnologica della Amministrazione Regionale, ARCI ritiene necessario procedere alla sperimentazione di modelli innovativi di soluzioni, da sviluppare attraverso prototipi di ricerca e di innovazione, per creare un centro di innovazione per le ICT in ambito social e green economy per lo sviluppo delle attività di ricerca e innovazione nel campo delle ICT applicate alla sharing economy.
L’idea proposta è quindi di realizzare, insieme ad organismi di ricerca e imprese altamente tecnologiche operanti nel mondo dell’ICT, una “casa digitale” del terzo settore (sia online tramite la prototipazione di nuove soluzioni web-based, che fisica) fondata sull’innovazione digitale con un creative and innovative social lab che oltre ad essere uno spazio fisico di coworking, sarà una piattaforma digitale dedicata allo sviluppo di nuove tecnologie ICT applicate ai temi della social innovation, della sharing e green economy e un social incubator per persone, progetti e organizzazioni impegnate a migliorare la Calabria, sia un acceleratore di idee che attraverso una rete globale dà l’opportunità di confrontarsi 365 giorni all’anno con social innovation angels, imprenditori del sociale, freelance, enti del no profit ed in generale professionisti ed social investors provenienti da background e aree di progetto diverse.