Monitoraggio stabilità (spostamenti, tilt, vibrazioni, ecc.) del costruito per una più efficace gestione dell’emergenza.

Comune di Laino Castello (CS)

Descrizione:

Laino Castello è stato interessato da numerosi eventi sismici ed è classificato Zona sismica 2: Zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi forti terremoti. Infatti, si si susseguono una serie di terremoti come quello del 1982 in cui la popolazione ha dovuto abbandonare definitivamente le proprie case nel borgo storico e trasferirsi su un pianoro poco distante sito in località Pornia – Scolari, ed il terremoto del Pollino del 26 ottobre 2012 ed il connesso sciame sismico che ha provocato lesioni ad edifici storici come il campanile della chiesa.

Il Comune di Laino Castello è collocato nell’area del Pollino nell’arco Calabro-Peloritano in cui avviene la collisione tra le due placche, quella africana a sud e quella europea a nord. Il sisma avvenuto il 26 ottobre 2012 di MI=5,0, si può considerare come evento principale di una sequenza sismica incominciata da diverso tempo, dal 2010 ad oggi sono avvenuti più di 6100 terremoti.
Considerata l’alta sensibilità sismica del territorio è necessario dotarsi di un sistema di alert avanzato che sia in grado di analizzare diverse tipologie di informazioni provenienti da sensoristica di vario genere, per il monitoraggio statico/dinamico, continuo e diffuso degli edifici, principalmente nel centro storico.
I sensori possono rilevare, ad esempio, deviazioni anomale di tilt e vibrazioni dell’edificio trasmettendo i dati a un processore che valutandone le frequenze fornisce informazioni sulla risposta in termini di rigidezza dell’edificio e quindi di potenziale danneggiamento, Anche l’uso di accelerometri triassiali ed estensimetri può essere utile al controllo della solidità degli edifici (in particolare quelli “strategici”), in modo da seguire con grande precisione il comportamento in seguito a una sollecitazione, e valutare le conseguenze.
Il sistema dovrebbe inoltre fornire all’amministrazione e al cittadino un metodo per la gestione delle emergenze, in maniera da adottare soluzioni utili per la diminuzione dei rischi. Ciò richiede a priori un attento studio sul centro storico, analizzando i fattori peculiari che interessano il rischio sismico, delineando gli effetti combinati tra risposta degli individui, caratteri dell’edificato e del layout urbano, propensione al danneggiamento del costruito, fornendo così una metodologia di gestione emergenziale. Proprio in relazione agli studi che verranno effettuati, il sistema potrà essere implementato in modo da poter offrire in tempo reale al cittadino, nell’immediato post evento sismico, informazioni utili, nate dall’elaborazione di mappe di predizione di possibili danni, rilevamento sensoristico in tempo reale, aree potenzialmente isolate, vulnerabilità dei percorsi, aree che possono essere raggiunte dai mezzi di soccorso, tramite un’interazione tra gli edifici e il network dei percorsi da implementare.
Il fabbisogno consiste pertanto:
• tramite una rete di sensori, anche con caratteristiche diverse, valutare le condizioni degli immobili e delle infrastrutture;
• in caso di un evento calamitoso:
a. attivare protocolli rapidi e avanzati, totalmente automatizzati, che acquisendo la sintesi dei dati rilevati risultino funzionali alla messa in sicurezza della maggior parte della popolazione presente nell’area interessata;
b. trasmettere alla popolazione, tramite i nuovi sistemi della comunicazione (sms, whatsapp, app dedicate,…), tutte le informazioni in tempo reale per procedere in sicurezza alle operazioni necessarie per la propria incolumità.
Quindi un sistema articolato che parte dalla conoscenza in tempo reale del “costruito” congiuntamente alla dislocazione delle persone presenti e al “sistema degli spazi urbani” esistente, per gestire le prime e critiche fasi emergenziali (in particolare l’evacuazione), e pianificare azioni efficaci di riduzione del rischio. Il tutto in una visione sistemica facilmente riproponibile in altre aree del territorio.
Il sistema potrà essere inoltre integrato con analisi sinottiche, a rivisitazione temporale più ampia (es. trimestrale), derivata dall’analisi interferometrica SAR satellitare. Ciò al fine di comprendere meglio possibili modelli deformativi che consentirebbero una più ottimale dislocazione spaziale della rete di sensori prima citata.