Progetto di teleassistenza e telesoccorso dell’anziano fragile
Comune di Monterosso Calabro (VV)
Descrizione:
Il comune di Monterosso si è fatto promotore di una aggregazione di intenti progettuale con i seguenti comuni: Polia, Filadelfia, San Nicola da Crissa, Simbario Filogaso, Vallelonga, per la realizzazione di un sistema di Telemonitoraggio e Teleassistenza del soggetto anziano e cronico.
Il settore sociosanitario e sociale italiano per la Long Term Care, è caratterizzato storicamente per ampi livelli di complessità e frammentazione, nonché da confini sfumati tra le diverse aree del sistema di Welfare che concorrono a dare risposta ai bisogni sociosanitari espressi dai cittadini. Gli elevati livelli di complessità e frammentazione traggono origine innanzitutto dal fatto che il sistema sociosanitario e sociale italiano non nasce da un modello definito e organico, come nel caso del SSN, ma è frutto di interventi legislativi successivi che si sono posti l’obiettivo di creare integrazione tra l’esistente. È inoltre caratterizzato dalla presenza di numerosi attori a diversi livelli di governo, con una forte frammentazione nell’allocazione delle competenze e delle risorse che nel tempo si è debolmente cercato di ricomporre con dispositivi amministrativi ed organizzativi.
La definizione del target di bisogno. Prima di approfondire le caratteristiche dei servizi esistenti, è fondamentale identificare che cosa si intende quando si parla di anziani non autosufficienti, in modo da definire chiaramente il perimetro di lavoro entro cui efficacemente confrontare la stima del bisogno alla rete di offerta esistente. la definizione di non autosufficienza adottata ai fini del presente Rapporto si basa su quanto espresso con la certificazione International classification of functioning, disability and health (ICF), la cui definizione di disabilità è stata accolta anche dal Ministero della Salute, che afferma che «disabilità e non autosufficienza sono le definizioni più comuni per indicare la condizione delle persone che presentano gravi difficoltà a interagire con il proprio ambiente a causa della perdita permanente, totale o parziale, delle abilità fisiche, psichiche, sensoriali, cognitive o relazionali necessarie a svolgere le azioni essenziali della vita quotidiana senza l’aiuto di altri» Il settore Long Term Care 25 intende come persone con limitazioni funzionali coloro che hanno difficoltà rispetto ad alcune specifiche dimensioni: costrizione a letto, su sedia o in abitazione (confinamento); limitazioni nelle funzioni della vita quotidiana, incluse le attività di vita quotidiana (Activities of Daily Living, ADL); problemi nel camminare, usare le scale e raccogliere oggetti da terra (limitazioni nel movimento); difficoltà della comunicazione (limitazioni di vista, udito e parola). Per il 2015 (stima più recente), il numero di anziani non autosufficienti è pari a 2.857.801 individui.
La Tabella 1 riporta il quadro sintetico della capacità produttiva complessiva della rete di offerta
nazionale rivolta agli anziani non autosufficienti.
La Tabella 2 illustra la capacità produttiva complessiva del sistema di offerta:
La Tabella 3 riporta gli utenti complessivamente in carico ai servizi
Si riporta di seguito la scomposizione degli utenti in carico ai servizi in relazione alla tipologia di servizio (Tabella 4). Nel 2015, il 64% degli utenti anziani non autosufficienti erano in carico a servizi di tipo sociosanitario. Tale prevalenza è da imputarsi ai servizi di tipo residenziale, dove il 95,0% degli utenti risulta essere inserito in strutture che prevedono un’integrazione sanitaria (273.204 utenti, +0,8% rispetto al 2014), e ai servizi di tipo domiciliare, dove l’ADI coinvolge l’81,2% degli utenti (611.871; il SAD invece si attesta su 141.776 utenti ovvero il restante 18,8%). Con riferimento all’ADI, le ore dedicate in media a ciascun assistito anziano nel corso dell’anno 2015 sono state 17, di cui 12 erogate da personale infermieristico, aprendo il campo a riflessioni sulla limitata intensità assistenziale del servizio. È difficile parlare di presa in carico di un anziano in LTC con una così modesta offerta di cure domiciliari. Questo ci porta a leggere in modo molto diverso i numeri sul reale tasso di copertura del bisogno. La Tabella 5 mostra l’andamento della presa in carico degli anziani over 65 per Regione.
Dopo aver presentato la stima del bisogno potenziale, la mappatura della dotazione della rete di offerta a livello nazionale e gli utenti in carico ai diversi servizi, (Tabella 5) mostra il tasso di copertura del bisogno degli anziani non autosufficienti; esso è stato ottenuto come rapporto tra il numero di utenti in carico ai servizi considerati e la stima del bisogno potenziale. Il tasso di copertura è stato distinto fra servizi sociosanitari e servizi sociali.
Per il 2015, il tasso di copertura dei bisogni si attesta al 31,8% del bisogno potenziale per i servizi sociosanitari, e al 18% per i servizi sociali, in aumento dell’1,6% rispetto al 2014 ma di 2,8 punti percentuali inferiore rispetto al 2013. La retta media pagata delle famiglie per strutture accreditate (quindi solo per la parte alberghiera e sociale) era nel 2016 pari a 66,92 euro al giorno (26).
La spesa mensile delle famiglie sarebbe pari a oltre 540 milioni di euro considerando tutti i 270.020 posti disponibili.
Mix pubblico e privato dei principali servizi per LTC fruiti dalle famiglie italiane, Indagine OCPS-CERGAS SDA Bocconi (2015).
Il ricorso all’SSN
In assenza di altre soluzioni e in situazioni di urgenza o criticità le famiglie italiane continuano a
rivolgersi all’SSN ed in particolare alla rete ospedaliera, come unico luogo sempre accessibile e dove
l’assistenza è disponibile H24 con garanzia di qualità e presa in carico. L’analisi dei ricoveri per anziani over 6527 (3.169.254 ricoveri, corrispondenti al 46% del totale dei ricoveri erogati nel 2015) ha portato alla luce comportamenti di accesso all’ospedale che segnalano in modo abbastanza chiaro come in numerosi casi (oltre il 50%) le famiglie ricorrono all’ospedale per supplire ad una mancata risposta di tipo assistenziale LTC in altri contesti. In particolare due fenomeni sono particolarmente rilevanti (Rapporto OASI, 2016, 2018, 2018 su dati SDO Ministero della Salute): 1. Considerando l’anno 2015, il 68% degli anziani aveva svolto un solo un ricovero, mentre nel 32% dei casi (680.731 anziani) avevano svolto più di un ricovero ordinario (almeno due), per una media di 2,6 ricoveri a testa. Guardando ai 12 mesi precedenti l’ultimo ricovero del 2015, emerge che gli anziani che avevano effettuato ricoveri multipli a cavallo tra il 2014 e il 2015 sono 881.361 per un totale di 2.402.892 ricoveri. Il 75% dei ricoveri multipli è rappresentato da serie di ricoveri che includono solo la tipologia per acuti. Di questi il 68% è costituito da ricoveri medici mentre il 32% da ricoveri chirurgici. Poi
ancora: in un terzo dei casi (31%) la MDC di ricovero (ovvero la disciplina e reparto di riferimento) è la stessa per tutti ricoveri multipli. Lo stesso vale per la struttura di ricovero: nel 55% dei casi questi vengono effettuati tutti in una stessa struttura e nel 38% in due. Questi dati letti in sequenza lasciano intravedere dei ricoveri che si ripetono per le stesse motivazioni, senza evidenti percorsi clinici alla base ma piuttosto come un perpetuarsi di condizioni di necessità assistenziale a cui trovare risposta in ospedale, senza un rilevante valore aggiunto di tipo clinico. Sempre guardando ai ricoveri 2015 degli anziani over65 saltano all’occhio altri due dati: soltanto il 44% circa dei ricoveri per anziani indica come modalità un ricovero programmato da parte del medico, un trasferimento da altri istituti o altre modalità di programmazione del ricovero. Questo vuol dire che il 57 % dei ricoveri avvengono su istanza delle famiglie, probabilmente tramite accesso a pronto soccorso. Allo stesso tempo guardando alle modalità di dimissione, il 90% dei ricoveri per anziani si conclude con una dimissione al domicilio senza alcun tipo di presa in carico al domicilio o in altra struttura. I ricoveri ospedalieri assumono quindi in moltissimi casi la connotazione di episodi isolati nella vita dell’anziano, senza alcuna connessione con il suo percorso terapeutico assistenziale. Questo dimostra, un’altra volta, il ruolo di
case manager quasi esclusivo giocato dalle famiglie e l’assenza di guida da parte del sistema di welfare.
Guardando invece ai consumi sanitari privati degli anziani, questi si confermano i più rilevanti fruitori dei servizi sanitari di ogni tipologia. Gli anziani over65, soli o in coppia, hanno una spesa media mensile sanitaria pari a 168 euro mensili (una coppia giovane con figli ha una spesa sanitaria mensile pari a 128 euro, OCPS CERGAS SDA, 2016). Contemporaneamente 80 su 100 anziani over65 sono consumatori abituali di farmaci; 70 su 100 fruiscono di visite specialistiche; 70, 90, 100, 130 (a secondo della fascia di età 65-69, 70-74,75-79, over80) ogni 1000 accedono al pronto soccorso nell’arco di un mese (IStat, Salute e sanità, 2018).
La valutazione epidemiologica del bisogno di LTC ha identificato cinque aree di criticità:
1. Elevato bisogno di LTC
2. Offerta pubblica frammentata ed insufficiente
3. Rete di servizi informale
4. Insufficiente livello di copertura del bisogno
5. Ricorso all’offerta privata
per sostenere lo sviluppo aziendale nel nuovo contesto socio sanitario che si sta delineando.
Il fabbisogno sopra identificato di LTC , tuttavia, non trovano risposta , in un prodotto, in una tecnologia, in un format già presente sul mercato, ma necessitano l’attivazione di un progetto di ricerca che avendo l’obiettivo di riaggregare le attività gestionali in una filiera coerente di processi tracciabili, fruibili ed accessibili dai diversi professionals, capaci di dare una risposta socio-sanitaria
efficace ed efficiente. La realizzazione di tale progettualità consente altresì, all’organizzazione di
intervenire sui diversi drivers che consentono una crescita professionale e competitiva dell’azienda,
per affrontare un mercato più complesso. L’innovazione tecnologica è da sempre considerata una componente rilevante dell’innovazione dei servizi. le evidenze e la letteratura scientifica sul tema indicano alcuni punti fermi relativi all’introduzione delle nuove tecnologie nel settore sociosanitario e, in particolare, con riferimento alla LTC:
• I cambiamenti nello scenario (demografici e socio-economici) richiedono nuove modalità di risposta
alle esigenze della popolazione e la tecnologia è spesso individuata come uno dei possibili fattori di
cambiamento in questa direzione;
• Vi è una sempre maggiore propensione da parte degli anziani all’utilizzo delle nuove tecnologie e di Internet;
• Le nuove tecnologie implicano al tempo stesso un cambiamento di paradigma nelle relazioni tra chi eroga i servizi e chi ne fruisce, dove i confini diventano sempre più sfumati e i livelli di incertezza sempre più elevati;
• A livello organizzativo l’introduzione di strumenti tecnologici può generare notevoli vantaggi, ma
anche squilibri e conflittualità, richiamando l’importanza di investire sui processi di accompagnamento e apprendimento.
Le principali innovazioni tecnologiche tra presente e futuro: le opportunità per il settore La convergenza di health technology, digital media e mobile device costituisce la base per lo sviluppo di un sistema di servizi digitali definito come technology enabled care1 (Taylor, 2015). Questo nuovo paradigma che riguarda servizi di cura, sia sul versante sanitario, sia sul versante sociosanitario, muove a partire da tecnologie già diffuse e riconducibili ai concetti di eHealth (Black e colleghi, 2011), ossia tutti i servizi e gli interventi web-based finalizzati alla salute e al benessere della persona, e mobile health o mHealth (Kay, Misha e colleghi, 2011), cioè i servizi e gli interventi che vengono fruiti o erogati tramite dispositivi mobili o tablet.
L’applicazione pratica di questi concetti si è tradotta nell’utilizzo di dispositivi connessi a Internet e
app finalizzate al monitoraggio o miglioramento delle condizioni di vita o di salute delle persone. Sono sufficienti pochi dati per raccontare il grado di diffusione di questi paradigmi nella vita quotidiana delle persone: a fine 2018 erano disponibili sugli store digitali oltre 350.000 diverse app sulla salute, di cui 78.000 circa aggiunte solo nel corso dell’ultimo anno, che hanno generato complessivamente 3,6 miliardi di download in tutto il mondo. Le possibilità offerte oggi dalle nuove tecnologie creano lo spazio per la diffusione esponenziale delle potenzialità dei servizi e interventi offerti e fruiti tramite Internet e i dispositivi connessi. Le innovazioni tecnologiche attualmente più rilevanti possono essere suddivise in categorie, sulla base delle loro caratteristiche e dei meccanismi di funzionamento.
Le molteplici possibilità e i molteplici incroci tra tecnologia, setting assistenziali e target descrivono un ampio campo di innovazione e sperimentazione. Diversi studi hanno dimostrato come le nuove tecnologie, sempre più interconnesse, possono rivestire un ruolo strumentale nel fornire alle persone anziane nuove possibilità e nuovi strumenti, non solo relativamente alla dimensione di “cura” in senso
stretto, ma anche alla dimensione di “care” in senso più ampio, impattando così sulla qualità della vita
e della dimensione sociale.