Ri-KROTON
Comune di Crotone (KR)
Descrizione:
L’amministrazione comunale ha strutturato l’intero impianto programmatorio strategico di sviluppo della città raccordandolo con le operazioni di risanamento e riqualificazione ambientale, già inserite nei piani di intervento dei programmi “Agenda Urbana”, “Antica Kroton” e “Patto per lo sviluppo della Calabria”. Le emergenze ambientali presenti sul territorio di Crotone e la bonifica dei siti contaminati di origine industriale rappresentano una criticità urgente considerato che i livelli di contaminazione accertati dalle caratterizzazioni ambientali nel suolo, nella falda e nel mare prospiciente le industrie e il porto nuovo, unitamente all’aumento di patologie direttamente riconducibili a fattori inquinanti mostrano l’assoluta e improrogabile necessità di avviare concrete attività di bonifica e risanamento ambientale.
Il Sito di Crotone-Cassano-Cerchiara risulta incluso nell’elenco dei siti di bonifica d’interesse nazionale (SIN) ed interessa una vastissima area che si estende sulla terraferma per circa 530 ha e a mare per 1.452 ha (comprensivi di 132 ha dell’area portuale). Sono comprese nel SIN: tre aree industriali dismesse (ex Pertusola, ex Fosfotec ed ex Agricoltura) ed una discarica ubicata in località Tufolo–Farina. Il fabbisogno di medio-lungo periodo è dunque quello di tutela e risanamento ambientale da qualsiasi contaminazione possa rappresentare un rischio significativo di effetti nocivi, anche indiretti, sulla salute umana al fine di garantire alla collettività rinnovate condizioni di vivibilità in termini di tutela, prevenzione e sicurezza della salute ma anche l’opportunità per riprogettare lo sviluppo economico e competitivo del territorio.
Nel corso degli anni si sono tenuti diversi tavoli per concertare le tecnologie migliori per la completa bonifica delle aree SIN contaminate e a questa esigenza, con il passare del tempo si è andata ad aggiungere la consapevolezza che la bonifica dell’area industriale si inserisce in una quadro ben più amplio e complesso considerato anche che le scorie prodotte dalle industrie sono risultate impiegate in diverse opere edili. Infatti, in seguito ad indagini della Procura di Crotone, le scorie industriali risultate “pericolose” sono state impiegate per realizzare sottofondi stradali e piazzali ricadenti nella città di Crotone oltre che per la costruzione di manufatti all’interno degli stabilimenti e presso la discarica ubicata in località Armeria (ex Pertusola) di Crotone. Più in generale risulta assodata la presenza su tutto il territorio di Crotone di rifiuti prodotti dalle industrie sopraccitate. In particolare, i quartieri (Acquabona e Fondo Gesù), immediatamente a ridosso dell’area industriale hanno risentito pesantemente dell’impatto ambientale e delle conseguenze devastanti derivate dai processi industriali, di crisi e dismissioni, aggravati dalla insufficiente azione di controllo della salubrità oltre che della totale assenza di qualità costruttiva che ha reso questi quartieri un’emergenza negativa all’interno del centro urbano. In questa zona si concentrano infatti, disordinatamente, il complesso scolastico più numeroso e corposo della provincia di Crotone, magazzini connessi ad attività artigianali, un importante sito di archeologia urbana (già individuate dagli archeologi tre unità abitative) e una importante comunità Rom che, con il passare degli anni, ha allestito una vera e propria baraccopoli.
In particolare, attraverso la propria partecipata Crotone Sviluppo, , il Comune di Crotone ha eseguito una raccolta ed un’analisi aggiornata del contesto locale rispetto alla tematica ambientale e in particolare relativamente alla “questione bonifica” si evidenziano i seguenti fabbisogni:
1. Acquisire la consapevolezza scientifica e amministrativa dei limiti e delle capacità delle diverse tipologie di bonifica per non confonderne l’efficacia considerato che la progettazione e l’esecuzione della bonifica è un processo complesso e articolato.
2. Porre fine alla ‘stagione della caratterizzazione’ e procedere sulla base di analisi di rischio/modello concettuale alla progettazione effettiva della bonifica per focalizzare gli interventi, razionalizzare i costi e ottenere un risanamento efficace ed efficiente.
3. Rivedere le perimetrazioni e progettare con metodologie specifiche il risanamento delle aree vaste potenzialmente impattate dai siti per porre fine alle difficoltà dei soggetti che ricadono nelle aree perimetrate e che non hanno inquinato.
4. Passare dalla logica della bonifica dei siti inquinati a quella del risanamento delle aree vaste adottando metodologie di calcolo dell’esposizione/rischio specifico senza più adottare modelli semplificati di analisi del rischio.
Dall’analisi è emerso inoltre che l’area di Crotone è interessata nella matrice suolo e nelle acque di falda oltre che da un alto livello di contaminazione prevalentemente da metalli pesanti anche da fenomeni di scarico abusivo di rifiuti vari, sia solidi che liquidi, con valori di inquinamento spesso sottovalutati e diffusi sul territorio periferico ed extraurbano. A queste evidenze si aggiungono ancora altre emergenze ambientali collegate a rischi idrogeologici di subsidenza e rischi riconducibili a fenomeni di dissesto, ad inondazioni ed esondazioni e attività sismiche. All’elevata pericolosità direttamente correlabile all’assetto geologico e morfologico è associata una vulnerabilità molto alta dei sistemi insediativi. I cambiamenti climatici in atto stanno producendo un incremento significativo degli eventi metereologici estremi e con esso, un generale aumento dei rischi frana, alluvione ed erosione costiera. Tale circostanza pone la necessità, oltre che di intensificare le azioni di riduzione dei suddetti rischi, anche di accrescere la capacità di previsione e prevenzione degli stessi al fine anche di aumentare la capacità di gestione delle emergenze.
Il concetto di innovazione sociale che si intende adottare fa riferimento a soluzioni innovative da individuare, secondo modalità inclusive della comunità locale e condivise dagli utenti e beneficiari finali, per trovare risposte efficaci alle problematiche e ai bisogni indicati e rappresenterà anche un elemento centrale per l’attrazione e la gestione di logiche e strumenti che appartengono al mondo delle imprese che si devono fondere con il mondo del no-profit, se si vogliono conseguire veramente missioni sociali. E’ necessario dunque supportare in modo innovativo il sistema di governance ambientale in modo da: promuovere un sistema di governo, decentrato e a rete, che permetta di coordinare le politiche locali con quelle settoriali e l’iniziativa privata con quella pubblica; sensibilizzare la collettività, mediante l’informazione, l’innalzamento della conoscenza e il successivo coinvolgimento consapevole nelle strategie ambientali affinché emergano e si gestiscano punti di forza e carenze anche con metodi di diagnosi partecipativa (living lab) e soluzioni innovative derivanti dalle Tecnologie per l’Informazione e la Comunicazione (ICT), considerate una leva fondamentale per lo sviluppo di tutte le attività economiche e sociali, in virtù della loro capacità di accrescere il potenziale competitivo delle attività economiche, senza costituire una spesa consistente.