Strategia e strumenti per la Città Futura – Edilizia sostenibile, riqualificazione dell’edilizia esistente e recupero dei rifiuti edili

Comune di Rosarno (RC)

Descrizione:

Il Comune di Rosarno ha tra il patrimonio disponibile diversi edifici, utilizzati quale sede municipale, scuole e ad uso pubblico. Essi non soddisfano i requisiti di sostenibilità ed efficienza energetica. Per alcuni di essi è in atto la programmazione della realizzazione di riqualificazione e di efficienza energetica. L’esigenza che emerge è quella di definire le tipologie di intervento ed i materiali connessi capaci di ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili in rapporto al risultato atteso. Altro aspetto su cui focalizzare le ricerche è quello di definire delle modalità, anche innovative, di riutilizzo e recupero dei rifiuti che provengono dalle demolizioni e rimozioni di parti dell’edificio. Il recupero e il rilancio della dimensione urbana sono temi inderogabili per la città di Rosarno e il comprensorio della Piana, soprattutto in termini di qualità degli spazi pubblici, di riqualificazione del patrimonio residenziale, definizione di un efficiente sistema di servizi di inclusione sociale e servizi pubblici di valenza comprensoriale tale da dare alla città un ruolo di nodo primario nel sistema insediativo della Piana. Recupero degli insediamenti abusivi, nuove relazioni tra le differenti parti urbane, e poi nuovi percorsi, connessioni, segni, luoghi accostati e giustapposti in un progetto coerente capace di dare identità e “costruire” città.

Il futuro delle tre città di Gioia, Rosarno e San Ferdinando dipenderanno dalla capacità di diventare “sistema” e di sfruttare al meglio le potenzialità del suo territorio (la Piana) e del suo mare.

Con riferimento al Manifesto degli indirizzi del QTRP e, in particolare alla Rigenerazione Urbana, la proposta progettuale è finalizzata a, per completare gli indirizzi strategici sull’esistente armatura urbana salvaguardando il principio di sussidiarietà, si eleva a buona pratica il recupero e la valorizzazione dei centri storici quali elementi strategici e catalizzatori di sviluppo sostenibile. Quindi si pone come priorità, nella pianificazione territoriale e urbanistica, gli interventi tesi ad avviare processi di riqualificazione del sistema urbano storico calabrese fondato su risorse riconosciute come di alto potenziale culturale, sociale, storico, architettonico, economico, ambientale. Tale succitata problematica si intreccia sempre più con la necessità di prevedere specifiche azioni a favore dell’integrazione dei lavoratori immigrati sul territorio calabrese, con particolare riferimento alla soluzione di problemi di accoglienza ed alloggiativi dei lavoratori. La netta e costante crescita del fenomeno immigratorio in Calabria ha posto infatti la nostra Regione dinanzi alla necessità di affrontare questioni critiche e trovare soluzioni adeguate alle problematiche derivanti dall’aumento dei residenti e soggiornanti temporanei e delle conseguenti situazioni di precarietà lavorative e assoggettamento. Uno dei nodi più importanti su cui lavorare è certamente quello della situazione alloggiativa, sia per quanti riguarda le locazioni irregolari degli immobili, che si traduce anche in situazioni di sovraffollamento degli spazi, sia per quanto riguarda le situazioni di emergenza in particolari zone soggette a flussi massicci e periodici che aumentano esponenzialmente il problema della sperequazione urbana. Azioni per realizzare infrastrutture per sostenere e migliorare le condizioni di vita di categorie svantaggiate, normalmente coincidenti con le anonime periferie urbane, riducendo i fenomeni di emarginazione e discriminazione con sostegno per l’inserimento sociale e lavorativo anche con la realizzazione di strutture di prima accoglienza abitativa soprattutto per i lavoratori immigrati.

Lo stato di degrado del paesaggio ha anche un peso rilevante sotto il profilo sociale e economico, non solo come comunemente si crede rispetto ai danni gravi al turismo ma rispetto a qualsiasi modello di sviluppo e di promozione della nostra regione nella comunità internazionale. La qualità dell’habitat segna infatti più di tanti altri parametri il primo livello di speranza e di scommessa di una regione in Europa. Il progetto di paesaggio, nell’eccezione contemporanea, non ha un settore unico e specifico di intervento, non si sottopone alla gerarchia delle scale: è piuttosto un modo di osservare i fenomeni, la successione con cui si concretizzano e la capacità di intuirne le trasformazioni future. E’ inteso quindi come una “costruzione sociale”, la stratificazione di componenti economiche, politiche, culturali e non ultime percettive generate dalle stesse comunità. Il rapporto con le comunità è inscindibile dall’idea stessa di paesaggio, trovando come presupposto l’intento di recuperare e di sviluppare un “senso collettivo” di appartenenza ai luoghi. Ristabilire una valenza “identitaria” al territorio porta alla necessità di riprendere i rapporti con la “prossimità”: cartina di tornasole di ciò che si è in grado di costruire ed evolvere, senza possibilità di allusioni o ragionamenti. Segna in modo indelebile tutte le azioni congiunte, a vari livelli, ne restituisce la memoria e difficilmente è possibile non identificarle o dimenticarle. Le varie scale e dimensioni in cui si svolgono le attività quotidiane ne definiscono l’immagine finale.