SUS SCROFA: problema socio-sanitario o risorsa?

Comune di Gerace (RC)

Descrizione:

La crescita sistematica del numero delle pubblicazioni sul cinghiale è indicativa del crescente interesse ambientale e sociale per la specie, che a sua volta riflette un aumento della presenza nella nostra Regione.

La ricerca mostra che le popolazioni di ungulati (cinghiale) sono in crescita nella maggior parte dei nostri Comuni. Tale incremento nella popolazione di cinghiali, ha messo in ginocchio le attività agricole ivi presenti, con conseguente aumento degli impatti negativi come notevoli danni alle attività agricole (colture, zootecnia e bosco), all’ambiente (biodiversità) oltre che un reale rischio per la sicurezza degli automobilisti e la salute delle persone (riparazioni meccaniche, spese sanitarie, ecc.). Una politica di gestione della fauna selvatica “programmata – ecosostenibile” con riduzione del numero di cinghiali presenti sul territorio attraverso la cattura (metodo non cruento), tranquillizzerebbe la popolazione, visti anche i continui casi di avvistamento di ungulati nel centro peri-urbano ed urbano, consentendo di coniugare sia aspetti sociali, sanitari che economici (ecologia ed economia).

La gestione della specie cinghiale rappresenta, per tecnici e Amministratori locali, un problema tanto complesso quanto stimolante per gli aspetti sia ecologici che socioeconomici da dover considerare, un esempio tangibile di come i concetti di ecologia ed economia possano essere a volte così legati da coincidere quasi (SUS scrofa: Problema Socio-Sanitario o Risorsa?). Lo scopo del presente fabbisogno, si pone come obiettivo una serie di azioni per migliorare sia il monitoraggio degli ungulati e di conseguenza la consistenza, sia lo stato di salute per i rischi sanitari che possono rappresentare per l’uomo o per gli animali domestici (“sorveglianza attiva”), quanto detto si traduce in una significativa riduzione della popolazione del cinghiale nonché la diminuzione dei danni arrecati al patrimonio agricolo, attraverso azioni di efficace prevenzione dei danni stessi e di radicale contenimento demografico degli ungulati. In parole povere è necessario che dalla situazione attuale in cui il contenimento della fauna selvatica, sulla base di una programmazione Regionale, è affidato sostanzialmente all’opera dei cacciatori, si passi a una fase di gestione oltre che venatoria anche faunistica che ne valorizzi le potenzialità da tutti i punti di vista. È necessario cioè che la fauna selvatica da problema diventi risorsa per il territorio, per tutti i portatori di interesse, imprese agricole comprese.

Il Comune manifesta la propria disponibilità a partecipare e sostenere processi di ricerca svolti da imprese ed enti, che intendano avviare iniziative mirate al controllo degli animali (cattura, stabulazione in idonee strutture, ecc.), allo studio, alla risoluzione delle problematiche e alla valorizzazione. Si auspica di poter essere coinvolti da un partenariato di aziende agricole, insieme ad ente di ricerca con competenze idonee a valutare lo stato sanitario generale, a fornire idoneo supporto didattico/ formativo e servizi di clinica veterinaria sia di riduzione della fertilità con metodi non invasivi che attraverso indagini di laboratorio specifiche per rilevare la presenza di patogeni, attuando ove opportuno terapie mirate e prendendo se necessario le dovute precauzioni per la tutela dell’uomo. Si auspica, anche, il coinvolgimento delle ASP veterinarie locali. Sarebbe opportuna la presenza di adeguata struttura informatica al fine di implementare una serie di sistemi digitali mediante l’adozione di Internet of Things e sviluppo dei servizi digitali anche attraverso strumenti avanzati di cyber-security. Una piattaforma potrebbe essere utile per la raccolta, il monitoraggio ed elaborazione dei dati raccolti (localizzazione catture, controllo ispettivo e sanitario degli animali, vendita delle carni tramite sito dedicato, e-commerce, ecc.).

La metodica si basa sul concetto di trasformare un problema, ossia la presenza eccessiva di ungulati “Sus scrofa” in agro di Gerace, che tradizionalmente viene risolto con politiche di abbattimento programmato, ma che ad oggi non hanno dato l’esito sperato, anzi si è avuto un incremento della popolazione. Pertanto sono necessari interventi supplementari attraverso una serie di azioni convergenti che integrano diverse misure innovative quali: la rilevazione della situazione attuale ed analisi delle soluzioni tecniche organizzative da adottare, uno studio ambientale, biologico ed etologico degli animali “Sus scrofa”, metodi ed idonei piani di cattura, la sterilizzazione non invasiva degli animali, un controllo sistematico degli animali da un punto di vista ispettivo e sanitario, oltre alla realizzazione di una filiera ecocompatibile controllata e tracciata degli ungulati catturati.