E' allarme anti usura e riciclaggio, il lungo lockdown ha determinato gravi situazioni di difficoltà finanziarie per cittadini e imprese, con la naturale conseguenza che la criminalità organizzata, diffusa su tutto il territorio nazionale, può così trovare le occasioni favorevoli per mettere in atto le proprie strategie delittuose a danno della comunità e dello stesso Stato.
In questo momento il rischio di usura cresce di ora in ora nel perdurare della attuale difficilissima situazione di fermo di tutte le attività economiche che si è reso necessario per contenere la propagazione del virus.
Ciò ha evidentemente determinato il grave disagio economico ed una situazione di debolezza dei cittadini e delle imprese che a breve saranno possibili vittime di usurai ed organizzazioni criminali senza scrupoli, che, andando a soddisfare esigenze di liquidità immediate, pretendono la restituzione di tali somme con interessi a tassi usurari. In un prossimo futuro le vittime di usura potrebbero non essere in grado di onorare i gravosi debiti contratti ed entrare, quindi, nel mirino di soggetti senza scrupoli che potrebbero prendere direttamente in mano le attività dei malcapitati imprenditori, impossessandosene.
Dando così il via ad altri illeciti come il riciclaggio di denaro di provenienza illecita che, grazie agli sventurati prestanome, verrebbe reinvestito attraverso le attività così illegittimamente acquisite.
Prolifera, altresì, il pericolo delle truffe, anche a livello nazionale ed internazionale, le ultime note vicende di grandi ed illeciti appalti milionari ne sono la prova tangibile, grandi speculazioni realizzate sulla necessità e sul dolore dei cittadini, come ad esempio l’appalto per la fornitura di Stato di materiale sanitario per l’emergenza Coronavirus. E l’aumento dell’utilizzo delle strumentazioni informatiche da parte di tutti, fa sì che tali raggiri e truffe siano diffusi anche nei confronti degli ignari singoli utenti del web. Si aggiungano poi i fenomeni fraudolenti connessi alla raccolta di fondi, anche online mediante piattaforme di crowdfunding. E ancora, non hanno subito alcuna battuta d’arresto neanche gli affari della criminalità organizzata nello spaccio, in particolare al dettaglio, di sostanze stupefacenti e nel gioco d’azzardo, in particolare quello on-line.
Lo Stato è, quindi, intervenuto al fine di arginare questa crisi epocale ed aiutare le imprese nel difficile compito della ripresa economica e per scongiurare l’azione della criminalità organizzata nello specifico tentativo della stessa di insinuarsi nel circuito delle imprese in difficoltà per intercettarne le disperazioni e acquisirle a condizioni stracciate, cogliendo così l’occasione di appropriarsi di canali legali con usura e riciclaggio del frutto di traffici illeciti.
E anche se per i debiti bancari il D.L. n. 18/2020 ha già previsto una prima misura (l’art.56), che consente una sospensione, troppo breve però, dei termini per il rimborso delle rate dei mutui e finanziamenti e il blocco delle possibili revoche degli affidamenti bancari, la drammatica situazione legata ai mancati incassi attuali e futuri nel corso di quest’anno è destinata ugualmente a travolgere la capacità di ripresa delle aziende italiane per recuperare competitività sul mercato.
Il nuovo D.L. n. 23/2020 interviene, quindi, sulle misure di natura finanziaria da adottare e lo fa senza alcun intervento a fondo perduto, per intenderci senza alcun sostegno di tipo umanitario, tranne che per il contributo previsto di € 600,00, per soli due mesi, per i cittadini in difficoltà, sempre, comunque, con paletti reddituali e di condizioni ben precisi, subordinando, pertanto, la ripresa economica per lo più solamente ai finanziamenti agevolati.
Le misure sul credito alle imprese introdotte dal decreto Liquidità in realtà sono destinate a produrre effetti per le imprese, in termini di liquidità, in tempi, oltre che incerti, sicuramente non immediati, con procedure per l’ottenimento ricche di vincoli e limiti e tempi di concessione, comunque, troppo lunghi. La loro attuazione dipende, comunque, in primo luogo dall’approvazione da parte della Commissione europea, che richiede tempi di istruttoria, scambi di pareri ed altro, non proprio compatibili con il grave stato di prostrazione in cui versano le imprese italiane. Vanno aggiunti poi i tempi di istruttoria per la valutazione creditizia delle banche per concedere i prestiti e perfezionare le relative garanzie e le conseguenti lungaggini burocratiche. La sola eccezione in termini di tempo è prevista per i microprestiti fino a 25.000 euro, che verranno concessi dalle Banche con un certo automatismo.
Infine, anche i tempi del rimborso dei prestiti si presentano abbastanza brevi, proprio in ragione dei prevedibili tempi lunghi della ripresa.
Tutto ciò avviene in piena crisi di liquidità e caduta a picco dei fatturati a fronte di una produzione già avviata, come ad esempio nell’ambito del settore dell’abbigliamento, in cui le nuove collezioni giacciono invendute nei magazzini delle aziende produttrici. Se tutto andasse bene le imprese potranno vedere nuova liquidità nelle loro casse non prima dell’inizio o della fine dell’estate, quando, però, si presume, oramai saranno stremate dalle difficoltà.
Una considerazione importante che va, inoltre, fatta è la mancanza di ogni iniziativa volta a predisporre misure-ponte di immediata operatività ed utilità.
Del tutto inadeguato parrebbe poi il meccanismo del credito d’imposta, previsto dal D.L. n. 18/2020, troppo farraginoso e privo di apprezzabili effetti economici, soprattutto immediati, essendo utilizzabile in tempi non brevi.
In pratica, sebbene con l’apprezzabile sforzo profuso, in questa manovra mancherebbero veri aiuti in termini di immissioni immediate di liquidità al fine di liberare le imprese dall’attuale problema delle insolvenze dei clienti a loro volta messi in ginocchio dall’emergenza sanitaria. Manca insomma uno strumento di finanziamento bancario come ad esempio quello attivato nel 2016 per il terremoto delle Marche, con gli immediati finanziamenti bancari semplicemente garantiti da CCDDPP.
In merito alle misure finanziarie più importanti adottate dal decreto, che mobilizzano garanzie per 400 miliardi a sostegno di finanziamenti concessi in primo luogo a coloro (imprenditori, lavoratori autonomi e professionisti) che hanno esaurito la loro capacità di accesso al Fondo di garanzia sotto qualsiasi forma, la garanzia verrà prestata dalla SACE. Garanzia prestata in misure decrescenti dal 90 al 70%, fino al 31 dicembre 2020 per un totale di 200 miliardi con controgaranzia dello Stato e da rilasciare entro l’anzidetta data e col pagamento di una commissione, di mercato o quasi, a carico delle imprese dallo 0,25 al 2%, quindi, di fatto, senza alcuna reale agevolazione, con vincoli, limiti, durate troppo brevi e tempi di concessione prevedibilmente non brevi.
Con riferimento inoltre alle misure di sostegno del lavoro, le stesse si sono limitate all’utilizzo della cassa integrazione in deroga generalizzata.
In questa attività le banche dovranno, poi, comunque essere particolarmente attente a vigilare in maniera preventiva sulle richieste di finanziamenti delle aziende con garanzia pubblica previsti dalle misure del Governo, al fine di arginare il rischio che si verifichino abusi penalmente rilevanti tanto nella fase di accesso al credito, attraverso l’alterazione o la falsificazione della documentazione necessaria, quanto in quella di utilizzo delle risorse disponibili con malversazioni a danno dello Stato con attività distrattive.
A tale proposito si richiama l’importanza in questa fase del
monitoraggio delle attività a distanza, in particolare online, da parte della Guardia di Finanza con strumenti efficaci come il controllo stringente, per almeno due anni, delle operazioni di circolazione della ricchezza (aziende, quote sociali, assets di rilievo, aste giudiziarie etc.). Assumono, quindi, rilievo gli strumenti di pagamento elettronici, il cui impiego assicura la tracciabilità dei flussi finanziari ed è destinato ad aumentare ulteriormente nei prossimi mesi, in conseguenza delle misure di distanziamento sociale, che hanno determinato il passaggio della compravendita dal canale tradizionale a quello telematico.
Le erogazioni dovrebbero comunque avvenire nella tutela delle aziende in modo tale da evitare di far beneficiare, in primo luogo le banche o terzi compresa Agenzia Entrate e Riscossione, per debitorie pregresse dei destinatari del credito, evitando quindi che i prestiti vadano a confluire su conti in rosso e che siano impignorabili al fine di consentire, quindi, di poter far ripartire realmente le aziende e professionisti dopo questa gravissima pandemia.
In questo meccanismo Enti e Società che si occupano specificatamente in ambito statale e in ambito regionale di fornire supporto economico alle imprese in varie forme, come ad esempio attraverso la gestione delle misure approntate in questo momento di crisi, è importante che possano gestire la creazione delle nuove sezioni speciali e tra questi soggetti sono ricomprese proprio le Finanziarie Regionali e le Agenzie di Sviluppo, che in questa fase assumono un ruolo strategico al fine di ottenere risultati immediati.
Nell’ambito regionale calabrese opera la Fincalabra spa, Societa’ interamente partecipata della Regione Calabria e soggetto gestore del POR Calabria, anello di congiunzione tra la Regione Calabria e le imprese Calabresi.
La Calabria e’ stata una delle prime regioni a varare il piano della rinascita con le misure deliberate dalla Giunta Regionale Calabrese presieduta dall’On.le Jole Santelli, in particolare con l’atto di indirizzo adottato per le misure di aiuto alle imprese e alla competitività del sistema economico e produttivo regionale. Si tratta di un Fondo di ingenti somme subito disponibili per offrire una iniezione di liquidità alle aziende ed ai professionisti calabresi colpiti dalla crisi economica legata alla emergenza Coronavirus. L’intervento si unisce agli sforzi che l’Amministrazione regionale calabrese è concretamente impegnata a fare per gestire la difficile situazione legata alla emergenza sanitaria in atto e che rappresenta una importante opportunità per i tanti calabresi che in questo momento sono in affanno, affinchè con il proprio impegno possano così contribuire alla ripresa economica della Regione. Il Fondo prende il nome di “Riparti Calabria” ed è volto a garantire un sostegno economico variabile a favore delle piccole imprese, professionisti e partite iva.
Si preannuncia, quindi, una fase due abbastanza complicata e difficile in cui il Governo si dovrà fare carico della ripresa economica del Paese contemperando le esigenze legate alla salute pubblica dei cittadini e nel rispetto di adeguati protocolli istituiti ad hoc per l’avvio delle attività.
In questo contesto la Procura Generale Antimafia e Bankitalia hanno manifestato le proprie preoccupazioni in merito alla esposizione dei cittadini e delle imprese ai pericoli della usura e dei reati connessi a questo fenomeno odioso, mettendo, quindi, in campo ogni azione idonea e necessaria a contrastarli.
Da qui il ruolo determinante del sistema Giustizia, che è il presupposto necessario per il mantenimento dell’ordine pubblico e del rispetto della persona che mai come in questo momento vede compromessa la sua salute fisica e psichica. Per cui è un momento in cui devono si, prevalere i valori della solidarietà e della umanità legati soprattutto alla ripresa economica, ma è la Giustizia che regola la Società in cui viviamo questo triste momento di difficoltà ed è il motore che muove indirettamente l’economia. Le regole del mercato si muovono infatti sulla fiducia in uno Stato attento e capace di guidare ed affiancare i cittadini, senza Giustizia non esiste la fiducia e, quindi, non può esistere l’economia.
La Giustizia consente che una comunità si sviluppi oltre che dal punto di vista umano anche da quello scientifico, culturale ed economico che è quanto consente ad un popolo di progredire.
Da qui la necessità dell’avvio della ripresa anche nel campo della Giustizia, per come di recente pure sollecitato dal Consiglio Nazionale Forense al Ministro della Giustizia, dovranno infatti essere valorizzate e semplificate le procedure alternative alla giurisdizione ordinaria al momento non attuabile, con uno svolgimento della stessa in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, pur nel rispetto delle singole caratteristiche dei territori, ma sempre salvaguardando la tutela della salute di tutti gli operatori di giustizia e l’imprescindibile diritto di difesa , principale diritto riconosciuto in ambito processuale, soprattutto penale.
Con particolare attenzione alla tutela dei diritti umani, quale riconoscimento della dignità specifica dei diritti uguali ed inalienabili di tutti i membri della Società umana che si basano sui principi della libertà, della giustizia stessa e della pace nel Mondo.